La vertigine parossistica posizionale è un disturbo che riguarda l’equilibrio e può avere diverse cause: vediamo di cosa si tratta.

Quando si parla di vertigini, il cervello e le orecchie sono i due principali organi coinvolti. Da questi possono originarsi vari tipi di vertigine, identificabili solo attraverso esami specialistici ed esami strumentali con il fine di stabilire una diagnosi più precisa. Cerchiamo quindi di capire quali sono le cause di questo disturbo e come deve essere trattato.

Vertigine parossistica posizionale: cause e sintomi

Come prima cosa esistono due tipi di vertigine: quella periferica e quella centrale. La prima condizione è direttamente causata dal tipo più comune di disturbo vestibolare interno, noto come vertigine parossitica posizionale benigna (VPPB), che ha portato all’attenzione dei più la cantante Elisa. Alla base della diagnosi, poi, ci sono due sintomi ben precisi: la testa è soggetta a determinati movimenti e la vertigine si risolve in meno di 1 minuto mantenendo la la testa del paziente ferma.

Vertigine parossistica posizionale
Vertigine parossistica posizionale

La causa di questo particolare tipo di vertigine è legata ad una separazione di minuscoli cristalli di ossilicato di calcio, detti otoliti, dal vestibolo interno all’orecchio. Questi ultimi fuoriescono dalla struttura che li tiene insieme per incidenti e traumi fisici ma non solo. Oltre a questo bisogna tenere conto anche della famigliarità o anche da cause virali, che non possono mai essere escluse. Questo disturbo porta alla trasmissione di un segnale diverso tra l’orecchio destro e l’orecchio sinistro.

I sintomi sono diversi, si passa dal disorientamento spaziale fino alla perdita di equilibrio, vomito, nausea, nistagmo (movimenti oscillatori degli occhi), disturbi dell’udito, caduta a terra. Con la comparsa di questi sintomi, si consiglia di consultare uno specialista, nello specifico il neurologo e l’otorinolaringoiatra.

I fattori di rischio di questo disturbo

I fattori di rischio che possono portare allo sviluppo di questo disturbo sono diversi: una cattiva postura, come prima cosa, ma cattive abitudini, tra cui: diabete, ipertensione, cattiva alimentazione e farmaci “ototossici” che danneggiano le orecchie.

Come viene trattata la vertigine posizionale? La terapia più utilizzata consiste nella manovra di Hallpike, che serve a portare gli ototliti dove non possono più recare danno, stabilizzando quindi l’equilibrio del paziente. Questa terapia specifica richiede tante sedute quanti sono gli otoliti all’interno dell’orecchio. La guarigione può avvenire in modo molto rapido o nel corso di alcune settimane e mesi.

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ultimo aggiornamento: 22-12-2022


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